LA
VOCAZIONE DI MATTEO (Mt 9,9)
Trascorreva
abitualmente le sue serate nei locali alla moda di Campo dei Fiori.
Ma da alcuni mesi sentiva dentro si sé un sempre più profondo
disagio verso la vacuità di quelle nottate, caratterizzate da un
inutile pellegrinaggio attraverso chiassosi locali, popolati da gente
alienata intenta alle consuete bevute e alle vane chiacchere. I
compagni della brigata non riconoscevano più il loro amico Matteo e
temevano fosse depresso: se ne stava infatti sempre in disparte
pensoso ed estraniato, indifferente alla loro presenza. Neppure
Matteo riusciva fino in fondo a comprendere cosa gli stesse
accadendo. Ma una sera, mentre si trovava nei pressi di piazza
Navona, sentì il desiderio di entrare nella chiesa di San Luigi dei
Francesi. Una misteriosa forza interiore gli fece percorrere tutta
la navata centrale, finchè si trovò di fronte all'ultima cappella
di sinistra della chiesa, la celebre cappella Contarelli. Qui vide
subito tre famose tele del Caravaggio: al centro, sopra l'altare tra
due colonne, San Matteo e l'Angelo,
a destra il Martirio di San Matteo e
a sinistra la Vocazione di San
Matteo. Soprattutto questo
dipinto attirò la sua attenzione. Osservò attentamente Cristo che
additava sicuro con l'indice della mano destra san Matteo in mezzo a
quella equivoca combriccola. Osservò il volto meravigliato del
santo che, attraverso il gesto dubbioso della mano, si indicava come
improbabile oggetto della chiamata di Gesù. Sentì allora
improvvisamente il desiderio di pregare ma, non ricordandosi le
preghiere che aveva imparato da bambino, fu costretto a comporne una
improvvisando. Accecato da una luce sovrannaturale, sentì
miracolosamente una voce che gli diceva: ”Seguimi!” Matteo allora
comprese, ogni turbamento si dissolse e una sconfinata gioia si
impadronì del suo cuore.
l'Astrofilo filosofo
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